Incisioni rupestri
L’arte parietale è il tipo più antico di arte, di cui i primi ritrovamenti sono stati effettuati intorno ai 40000 anni fa.
Come già detto in questo articolo ci sono due principali tecniche di disegno che venivano effettuati dagli uomini preistorici:
- Incisione;
- Pittura.
La morfologia generale della caverna, determinava le scelte artistiche: si usava una determinata tecnica anche in rapporto al tipo di conformazione naturale della roccia.
Il termine graffito deriva dal verbo graffiare: un disegno inciso nella parete presuppone che si compia un’azione con uno strumento appuntito in modo da scavare un solco delineando una forma che andrà a comporre il disegno.
Le incisioni del Paleolitico superiore dette anche petroglifi o graffiti, sono appunto segni scavati nella roccia per mezzo di strumenti come bulini di selce o schegge/lame più o meno appuntite.
In alcuni casi il graffito è costituito solo da una linea scavata nel sottile strato di argilla presente sulle pareti delle grotte ed in questo caso veniva tracciato anche a mano libera.
Questo tipo di disegno, viene ritrovato sia sulle pareti che su alcuni oggetti come propulsori e statuette antropomorfe: questo perché è un modo di disegnare che si conserva più a lungo rispetto al modo di pittura rupestre (la quale invece se non in un luogo a conservazione eccezionale – come l’interno delle grotte – si deteriora molto in fretta), quindi possiamo dire che la troviamo su più tipi di supporto solo per questo motivo.
In questo articolo prenderemo ad esame tre siti archeologici dove sono stati rinvenuti incisioni: Grotta dell’Addaura, Grotta del Caviglione e Grotta di Rouffignac.
Grotta dell’Addaura
Si trova nei pressi di Palermo, in Sicilia, risalente al Paleolitico superiore circa 15000 anni fa. La grotta in questione fa parte di un complesso di grotte che si trovano circa a 70 metri sul livello del mare. In alcune sono stati rinvenuti utensili in selce e quarzite e ossa di fossili di animali ma solo in una delle grotte, è presente una delle più belle rappresentazioni di arte parietale del paleolitico superiore.
Il modo in cui sono venute alla luce è alquanto singolare: le grotte venivano utilizzate durante la seconda guerra mondiale come magazzino per armi e munizioni. Lo scoppio accidentale delle armi provoco un distacco dalle pareti di una patina di incrostazione che rivestiva le pareti originali della grotta portando alla luce le incisioni.
Una delle scene che domina le pareti è costituita dalla presenza di figure umane: le ipotesi sul significato di questa pittura sono svariate.
Alcuni studiosi ritengono che sia una scena in cui ci sono alcuni acrobati nell’atto di compiere peripezie e salti. Altri dicono che invece ci si trovi nel mezzo di un rito propiziatorio e sacrificale con uno sciamano che dirige la cerimonia. L’ipotesi più ampia ed accurata potrebbe essere che si tratti di una rappresentazione di un rito sacrificale, nel quale vi erano presenti danzatori e spettatori che improvvisavano particolari acrobazie; lo scopo del rito non si conosce esattamente, potrebbe essere qualche rito propiziatorio per la caccia.
Grotta del Caviglione
Risalente a 25000 anni fa, nel complesso dei Balzi Rossi a Ventimiglia furono tracciate alcune centinaia di incisioni rupestri.
Tra queste spicca l’immagine di circa 40 cm di lunghezza, di un equide, reso in modo molto realistico. Fu disegnato con un unico tratto sulla parete calcarea della caverna e venne sicuramente eseguito da un individuo con elevate capacità espressive.
Il contorno fu delineato così bene da riconoscerne la specie: probabilmente si trattava di Equus prezwalski vissuto nella fase finale di quella che viene chiamata “glaciazione del Würm” (il più recente periodo glaciale), molto affine al contemporaneo cavallo selvaggio della Camargue.
Il corpo dell’animale appare solcato da profondi intagli verticali paralleli, che sono risultati anteriori alla sua esecuzione. Il ritrovamento di grumi di sostanze coloranti all’interno di alcune grotte ha fatto supporre che le pareti potessero essere dipinte. Il processo di desquamazione della roccia e l’uso delle stesse grotte nel tempo (quali, ad esempio, fornaci per la calce), nonché il passaggio dei treni a vapori, hanno cancellato ogni eventuale traccia di queste pitture.
Grotta di Rouffignac
Scoperta nel 1956 da quattro ricercatori, si trova nei pressi di Less Eyzies nella Francia del sud.
Una grotta che purtroppo non era sconosciuta: nel 1575 veniva descritta da François de Belleforest come una grotta dalla quale uscivano grandi meraviglie, altari, disegni e tracce di animali di ogni sorta.
Purtroppo non tutti quelli che la conoscevano portavano rispetto per l’antichità della stessa: molto spesso infatti hanno segnato il passaggio scrivendo sulle pareti e soffitti. I riconoscimento dell’arte parietale portò fine a questo scempio inserendo subito la grotta tra i monumenti storici.
Per la preservazione della grotta la visita è possibile solo tramite un treno elettrico: in questo modo si evita il calpestio del suolo e si riduce l’esposizione a fonti di illuminazione.
All’interno vengono ritrovate tracce lasciate dagli artigli di orsi che hanno abitato per primi la grotta, tane di orsi, e poi incisioni e pitture riferite a mammut, cavalli, stambecchi, orsi, bisonti e figure non ben precisate.